Il convento fu eretto nel XV secolo, presso una piccola cappella oltre il Sangro, dove si dice avesse dimorato frate Pietro da Morrone. La lapide del portale 1487 testimonia che in quest’anno la fabbrica era già compiuta, e il monastero fu sede dell’ordine dei Minori Conventuali di San Francesco, fino al 1878, quando dopo le soppressioni piemontesi, fu ripristinato come scuola sino al 1901, quando fu destinato a carcere, soprattutto durante la seconda guerra mondiale. Abbandonato, nel 1998 è stato recuperato e adibito a museo.
Il convento è molto ben conservato nello stile rinascimentale, per il chiostro, e barocco per gli interni della chiesa. La chiesa mostra un aspetto esterno tipico delle architetture rinascimentali conventuali abruzzesi, con portico che precede l’ingresso, e portale architravato tardo romanico, facciata quadrata con oculo centrale.
L’interno a navata unica, disponeva in origine di 9 altari dedicati alla Madonna del Carmine, San Matteo, San Francesco, l’Immacolata Concezione, San Diego, San Pasquale, la Madonna degli Angeli e Sant’Antonio di Padova. Gli altari, di stile tra il rinascimentale e il barocco e rococò, furono realizzati tra il XVI-XVIII secolo dalle famiglie nobili di Castel di Sangro, che si susseguivano nell’acquisizione del feudo, tra cui si ricordano i Casaccio. Il soffitto della chiesa era a cassettoni lignei con lacunari decorati da fiori e tralci vegetali. L’ex convento ospita i vari musei, esternamente mostra di pregevole il chiostro quadrato porticato, con pozzo centrale ottagonale, e arcate eleganti e colonne circolari a capitello. Presso le arcate delle campate, si conservano ancora gli affreschi rinascimentali delle storie della vita di San Francesco di Assisi e Sant’Antonio di Padova.